"Voglio mangiare il tuo pancreas" riflessioni sull'anime
Vorrei condividere con voi delle riflessioni sull'anime giapponese intitolato "voglio mangiare il tuo pancreas".
I protagonisti di questo anime sono haruki e Sakura. Haruki è un ragazzo delle scuole superiori molto chiuso, introverso, senza alcuna relazione con i suoi compagni di classe. Mostra di non aver bisogno di relazioni, è freddo nel suo rapportarsi, non crea mai dei ponti con gli altri. Osserva gli altri con distacco, non si sente parte di un gruppo, di una comunità. Un suo passatempo è quello di pensare che cosa pensino di lui i suoi compagni; vi è sempre una dualità nel suo relazionarsi mentalmente ai compagni: da un lato c'è lui, dall'altro i compagni. Lavora nella biblioteca della scuola e passa molto tempo con i libri, che diventano i suoi unici compagni; si convince che i libri contengano tutte le risposte e che siano gli unici con cui sia utile intrattenere una relazione.
Haruki quindi si chiude alle relazioni umane. Si autoconvince di non aver bisogno di relazioni, che i gesti di affetto siano smancerie inutili e imbarazzanti, che le uscite con gli amici siano inutili, che sia meglio e più serio stare con i libri; queste possono essere viste come credenze che Haruki si costruisce per difendersi dalla sofferenza di essere solo. Haruki percepisce una distanza incolmabile fra sé e gli altri, sente di non aver niente in comune con gli altri. In queste situazioni si può tendere a vedere gli altri come lontani; ci si può distaccare dagli altri perché ci si vuole diversificare dagli altri per farsi notare, per essere migliori( non sono come "tutti gli altri" che escono, io leggo, lavoro, studio...) perché si pensa che apparendo come migliori saremo maggiormente accettati dal nostro ambiente( spesso ciò viene fatto dai bambini/ragazzi per farsi accettare dagli adulti); ci si può distaccare dagli altri perché abbiamo un'immagine negativa di noi, pensiamo di non aver niente da dare agli altri e che gli altri non ci accetterebbero; ovviamente il distacco dagli altri può anche essere causato da vissuti d'infanzia di esclusione, dal fatto che da piccoli eravamo in un ambiente in cui eravamo visti come diversi e quindi isolati, o magari da piccoli siamo rimasti spesso soli e quindi non siamo abituati a stare con gli altri; si pensa sempre che gli altri abbiano dei pensieri su di noi, o giudichiamo l'altro, vediamo l'altro secondo le nostre idee e le nostre concezioni, lo vediamo come inferiore o superiore a noi, pensiamo che abbia una vita migliore e diversa dalla nostra, pensiamo che l'altro abbia pensieri negativi su di noi, pensiamo che l'altro non voglia stare con noi, che voglia fare altro, pensiamo che ci sia qualcosa che non va nel nostro rapporto con l'altro( magari pensiamo che l'altro si stia annoiando, o magari pensiamo che non si trovi bene con noi, che risultiamo antipatici) : non riusciamo a vedere l'altro semplicemente, per quello che è, non riusciamo a sentirci semplicemente in comunione con l'altro, a vederlo come persona come noi, come nostro simile con cui semplicemente condividere qualcosa; non riusciamo a gioire semplicemente della presenza dell'altro. L'altro viene concettualizzato, trasformato in idea, sull'altro vengono proiettati i nostri pensieri, i nostri complessi.
Questa distanza che si percepisce dall'altro isola.
Haruki a causa della sua repressione e del suo isolamento è spento, mogio, ha poca energia, non ha entusiasmo, gioia, leggerezza.
L'altro protagonista dell'anime è Sakura, una giovane ragazza compagna di classe di Haruki; Sakura ha un carattere molto diverso da Haruki; come si dice nell'anime " sono agli antipodi". Sakura è una ragazza allegra, aperta, solare. Sente gli altri vicini, non si sente lontana, aliena dagli altri; sente di capire gli altri, di poter comunicare e condividere le cose con gli altri. È spontanea nelle sue gioie, nelle sue sofferenze, nelle sue fragilità, nelle sue emozioni, nei suoi desideri; si esprime spontaneamente, genuinamente senza filtri, senza maschere, senza veli; fluisce libera, naturale. Sakura è sincera nella sue azioni, non ha fini nascosti, non ha desideri celati; è disinteressata. Non a caso non ha vergogna né remore nel frequentare Haruki, che è considerato da tutti uno " sfigato" e ciò è molto bello; è molto bello anche il fatto che Sakura decida di costruire una relazione con Haruki: Sakura non è passiva non vive solo le relazioni che capitano, Sakura è attiva, è creatrice e creativa; Sakura vede in Haruki una persona interessante che la fa sentire libera e così decide di costruire con lui una relazione. È anche bello il fatto che la ragazza sappia valorizzare un ragazzo che viene reputato poco interessante dagli altri che si fermano alla superficie: infatti il ragazzo è attento, profondo, non a caso simbolicamente trova il libretto della convivenza con la malattia( un diario dove Sakura parlava della malattia che l'affliggeva), proprio perché Haruki è attento, non si ferma alla superficie, è interessato alla profondità delle cose, delle persone, è interessato al cuore delle cose.
La relazione fra i due è molto bella; Sakura diviene per Haruki la chiave per aprirsi agli altri ed al mondo, per scoprire la bellezza e la scintilla divina, la luce che risiede nel cuore degli esseri umani, per innamorarsi degli altri. Sakura è felice quando Haruki mostra dei segni di apertura; in questo modo Sakura mostra di provare quella gioia per i beni altrui di chi non è egoico, di chi non è perso nei suoi interessi, nel suo mondo personale.
Così alla fine Haruki si apre al mondo ed agli altri; nell'anime vi è un bel gesto che simboleggia questa apertura: vi è un ragazzo che spesso gli offriva una cicca, ma Haruki non l'accettava mai; alla fine dell'anime Haruki accetta la cicca: questo è un simbolo di disponibilità alla condivisione, è un simbolo del fatto che non ci si chiude all'altro per mancanza di interesse, per paura, per senso di lontananza; si accetta di condividere, ci si apre ad uno spazio di condivisione, di comunione, di amicizia: come diceva Aristotele l'amicizia è un condividere l'esistenza. Haruki accetta di diventare compagno degli altri, cioè, etimologicamente, di mangiare il pane insieme agli altri. Haruki comincia a sentire che ci sono molte cose che lo accomunano agli altri.
Penso che questo anime sia un bel prodotto culturale in un mondo in cui molte persone si isolano, sono sole, non riescono a trovare uno spazio di comunicazione e di condivisione con gli altri; mi dispiace anche constatare che, almeno per quello che ne so in Italia non vi siano prodotti culturali simili, vicini ai problemi ed alle sofferenze delle persone. Certo chi soffre per la solitudine e l'isolamento non dovrebbe aspettare che una Sakura venga a salvarlo, ma forse potrebbe già cogliere questo anime come aiuto, come spunto per una riflessione, per un'autoindagine, per iniziare un percorso che ci aiuti a stare meglio, ad aprirci.