SPETTRI ESOTICI - racconti di vita d'oltre oceano

05.10.2022
Adalberto era un uomo di colore con una testolina piccola piccola; tant'è che un ragazzo che era venuto a fare scuola lavoro nella nostra azienda gli diceva sempre "testina" e con una mano a forma di gancio gli faceva finta di pinzargli la testa. Adalberto rideva. Era un cubano, fuggito dal mostruoso ( a detta sua) comunismo che regnava nella sua patria e per il quale nutriva una forte avversione. Descriveva la sua isola come miserabile, povera, con ospedali fatiscenti e con resort per viziati occidentali che ivi si recavano per divertirsi con qualche ragazzina povera.
Era fuggito dalla sua isola maritandosi con una donna che aveva conosciuto in campeggiatura quando ancora lavorava come animatore in uno di quei villaggi turistici. Non ci confidò mai se fu vero amore o se voleva solo scappare per poter dare delle cure migliori a sua madre che aveva problemi di salute. Fatto sta che aveva preso la palla al balzo ed aveva deciso di andare a vivere con quella donna, da cui aveva avuto due figli.
Quando lo conobbi io, aveva un buon lavoro ( normale piú che altro...anche se a tempo determinato) con un altrettanto "buon" stipendio (1200€.. se in Italia gli stipendi son buoni) con cui poter aiutare sua madre; ed anche se con quella paga si riusciva giusto a  tirare fine mese, aveva realizzato il suo scopo.
Me lo ricordo con sguardo fiero, leggere le notizie sulla sua isola a computer. Indossava spesso neri occhiali da sole, che illuminati dalla luce blu del monitor gli conferivano un aurea da hacker.
Indossava vestiti esotici, camicette bianche con le spalline, abiti semi militari che si percepiva provenire da Cuba. Portava quella sua odiata isola inevitabilmente con lui, In ogni cosa. Mi ricordo che io e lui parlavamo molto, e non c'era un discorso in cui lui non parlasse della sua isola. Aveva uno sguardo nostalgico su alcune cose, lo si vedeva. Ci parlava dei bicchieri di acqua e canna da zucchero, delle vacanze scolastiche a lavorare nei campi, delle donne che aveva trattato male, dei bar, dell'ereditarietà del potere e dei negozi del governo.
Chissà ora a che pensi...
Se sei felice di questa vita che ti sei scelto abbandonando il posto in cui sei nato, lasciando le tue radici; tu che tra i molti che ci descrivevi fuggire in disperate avventure nel deserto tra i coyote per raggiungere gli USA, eri stato fortunato. Chissà se c'è stato un vero amore o solo un interesse reciproco: interesse tuo nel fuggire e suo nel fare una famiglia, quella famiglia che adesso sembra pesarti..con quella casa dal mutuo che ti sembra cosí impossibile da saldare e con quelle spese mediche di tua mamma e la scuola e gli sport dei tuoi figli che sembrano stringerti quasi un cappio al collo. Chissà se reggerai tua moglie...che mi confidavi non volere più fare l amore con te ..chissà se riuscirai a non rendere questa vita che ti sei scelto una prigione da cui non si può più uscire...come quella tua odiata ed ormai lontana piccola isola.
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