SETE - IL NUOVO ALBUM DI MEZZO SANGUE
Devo ammettere. Inizialmente non stravedevo per questo cantante, mi sembrava il tipico ragazzo mascherato che usava il rap per fare brutto. Ma approfondendo l'ascolto dei suoi pezzi, delle sue canzoni ho iniziato a vederci una profondità non comune: l'immagine del Mezzo Sangue, le skit con krishnamurti ed il sentirsi diversi in un mondo di zombi fecero in me grande colpo.
Ma ora veniamo a Sete.
Questo album è un percorso, una sorta di iniziazione esoterica.Partiamo col sentirci affogati, immersi nella liquidità del mondo mercificato iper-materialista attuale ove ognuno può essere quello che vuole. Oggi basta un account Instagram, tiktok o onlyfan per diventare famoso ( un tempo o scrivevi un libro, o avevi un film e andavi in TV...Ed era un mondo lento e ferragginoso). Quindi tutto questo mondo, in cui tutto è possibile, in cui se fallisci è solo colpa tua, ogni persona fa di tutto, autosfruttandosi fino al burn out per riuscire ad emergere, per fare, in poche parole, soldi e views. Ma tutta questa immensa competizione, tutto questo circo riesce ad assorbire completamente un individuo. Ecco che la sete è l'immagine della Brama di volere qualunque cosa, perché qualunque cosa ci sembra possibile ed afferrabile.Nel videoclip infatti Mezzo sembra soffocare in quest'acqua liquida, che si adatta ad ogni forma senza apporre resistenza.
Poi il disco, dopo la prima traccia - un inizio epico- inizia a macinare. I primi pezzi sono mezzi trap, probabilmente perché la trap descrive molto bene il mondo liquido ed anche per avvicinare ai temi profondi che verrano sviscerati nelle tracce successive qualche ragazzo moderno.La filosofia del dIsco sembra anche approfondirsi con il trascorrere delle tracce. Si inizia con Misfits ( che richiama un gruppo rock traducibile con "i disadattati") in cui si spinge la gente a non affidarsi completamente alle contingenze, allo scorrere degli eventi perché la vita è un su e giù continuo, in cui nulla è eterno perché solo le cose morte o false restano uguali sempre. Le cose false è una bella immagine perché se uno rimane uguale vuol dire che non vive, non segue il tutto scorre della vita. Ecco perché ogni ideologia è falsa e morta: perché cristallizza idee e pensieri che non sono presenti. Anche Seneca ammoniva il vero saggio di vivere con tranquillità la vita senza disperarsi o esaltarsi perché nulla è eterno e tutto passa.Un altra traccia molto bella a mio parere è la terzultima traccia ovvero Dopo l'aurora.In questa canzone Mezzo ci descrive una sorta di rinuncia all'ego. La rinuncia alla propria identità è una rinascita (aurora) ma anche una morte. Perdere ogni pezzo di se, rendersi conto che è solo un abito indossato, una struttura creatasi nella socialità nell'incontro con altre persone, è quasi una morte propria. E mezzo usa un sound ed una costruzione della strofa che ci introietta in una specie di rituale, in cui la perdita viene empatizzata, viene accettata con la grazia di una madre e con un pianto rassegnato umano. Poi, dopo la morte dell'ego vi è l'aurora; una fuga di piano la rievoca portandoci nell' ultimo pezzo : Fede. Simmetrico e speculare al pezzo con cui si era aperto il viaggio disco Fede ci dice un messaggio immenso: la fede è lei che ti crede.
Una volta rinunciato all'ego, si aprono gli occhi per accettare l'esistenza nelle sue logiche di attrazione ed abbondanza.
Un concetto interessante è la visione della musica, dell'arte per mezzosangue. L'arte e le parole, che sono più reali della realtà, riescono a creare "tunnel" nei corpi, ovvero profondità nell'ascoltatore. La funzione dell'arte sembra quella di creare visioni, spettacoli del reale in cui l'ascoltatore può intuire alcune verità. Perche la realtà è multiforme, come la luce spezzata dalle frangiture di un diamante: produce varie immagini.