LE NON COSE - BYUNG CHUL HAN - RECUPERARE LO SGUARDO SULLE COSE

15.09.2022
Le non cose
Le cose ci ancorano al mondo.

Perché le cose rimangono uguali se stessi. L'uomo diceva Heidegger viene gettato nel mondo. L'uomo è un eterno divenire. Per riuscire ad ancorarsi al mondo usa le cose. Alle cose ancora tempo e ricordi per ritrovare se stesso. Stabilisce legami affettivi, usa l'ingegno e la creatività per cristallizzare le idee.

Le non cose invece sono informi. Dispositivi che non sono oggetti ma centraline di informazioni.
Le informazioni per loro natura sono cose matematiche, sono flussi additivi ma non hanno profondità: non sono concetto. Sono altro.
L'intelligenza artificiale che si basa sulla informazioni infatti è altro all intelligenza umana. Procede per correlazione. Non come l'uomo che si meraviglia, gli viene la pelle d oca perché una stessa cosa in istanti diversi della sua vita da diversi punti diversa può rivelare significati diversi. Un oggetto viene studiato in relazione al tutto ed ogni cosa rimanda all unicità assoluta del esistente
Nel capitolo visione delle cose Byung ragiona sulla percezione che l'uomo aveva delle cose fino a poco fa. Basandosi su libri, film, cartoni come topolino, l 'autore sottolinea come le cose venivano percepite come insidiose, con vita propria. Complice anche la meccanica, l'energia cinetica le cose sembravano prendere vita . Ma lo sguardo sulle cose non si limita ad esso. Le cose di notte, quando non ci siamo sembrano osservarci e vivere. Questo perché le cose sono totalmente altro a noi. Indisponibili. Ci mostrano solo il dorso. Il ventre non sappiamo come sia e ci inquieta. L'uomo ha questo sguardo ancestrale sulle cose. Oggi invece le cose sono specchi di noi. Sono informi. Tutti ci  danno informazioni su noi tessi. La fotocamera è l occhio che ci fa vedere il mondo della condivisione. L orologio ci parla della nostra salute e non più del tempo...ecc...
Solo con l'altro si può istaurare una relazione. I due tu sfumano nella relazione. Gli informi ci stabiliscono comunicazione e contatto con noi stessi. L'altro è assente. Sfuma. Il mondo è riflesso di noi stessi. Gli altri come diceva Kafka sono resi spettri. Immagini distanti con cui stabiliamo un contatto continuo che non è né vicino ne distante. Questi spettri si cibano dei nostri messaggi, delle nostre immagini. L'uomo è un animale della distanza. Anche vicino ad un litro percepisce una qualche separazione o si fonde.  Perché l'amore è verso il prossimo. Verso il tu. Solo cosi possiamo amare veramente anche noi stessi e il Tutto.
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