L'albero e l'uomo

14.06.2022

UOMO ( tra sé) fammi sedere un attimo in questo parco. D'altronde sto lavorando da stamattina e una pausa me la merito. Mentre mi riposo ascolto pure questo podcast che almeno imparo anche qualche cosa.
ALBERO nemmeno mi saluti? Eppure ci conosciamo da molti anni
UOMO chi sta parlando?
ALBERO sono io ( accarezzando la testa dell'uomo con le foglie di un suo ramo). Sei venuto in questo parco e non mi hai nemmeno salutati, non mi hai nemmeno dato uno sguardo. Sei troppo preso da te, lo capisco. Sei troppo preso dalla tua ansia di fare sempre qualcosa, di realizzare, di accrescerti, di ingrandirti ,di instaurare i rapporti sociali che desideri, di colmare i vuoti... un po' come fan tutti, e ti capisco. Soltanto, mi sarebbe piaciuto se mi avessi guardato anche solo un momento e se, in cuore tuo, mi avessi salutato ( piangendo: delle gocce di resina escono dall'albero e cadono lungo la corteccia).
UOMO ma insomma cosa vuoi da me! Lasciami in pace, lasciami ascoltare il mio podcast
ALBERO sì fra un momento ti lascerò in pace, ti lascerò di nuovo fra i raggi della ruota delle tue abitudini... Ma adesso concedimi un momento, o forse sono io che ti chiedo di concederti un momento... Esci un momento da quel meccanismo per il quale deve sempre fare, raggiungere, ottenere qualcosa altrimenti senti di star sprecando tempo e ti senti in colpa. Comunque, stavo semplicemente dicendo che mi sarebbe piaciuto se mi avessi salutato, se avessi provato anche un briciolo di gioia vedendomi o se ti fossi accorto che ero io che ti stavo riparando dal sole al posto di rimanere chiuso nei tuoi pensieri e nei tuoi meccanismi; non ti sto incolpando di nulla e so che alla fine quello che soffre di questa chiusura nei pensieri, nei meccanismi e nell'ego sei tu.
Oggi voglio essere sincero con te, ch'è l'ultima volta che posso esserlo.
UOMO l'ultima volta?
ALBERO sì, domani per un decreto comunale sarò abbattuto, ma penso che nessuno se ne accorgerà.
Voi uomini ultimamente siete molto presi dalle costruzioni mentali. Siete sempre impegnati a diventare qualcuno, ad ottenere qualcosa, per tutto il giorno. Non avete spazio nella vostra mente, né tempo libero per lasciarvi essere, per osservare voi stessi e ciò che è fuori di voi, per questo in tutti questi anni non hai mai prestato attenzione a me, non hai mai gioito per il fatto che ero qua, non mi hai mai salutato. Rimanete chiusi in voi, non osservate, non vi accorgete degli altri uomini, degli animali, degli alberi, delle cose, e così non potete fare amicizia con loro, non le salutate, non siete felici della loro presenza. Non vi accorgete della vita fuori di voi, del vostro collegamento con essa. Eppure se voi usciste per un momento dai vostri pensieri, dal vostro bisogno di ottenere qualcosa, di costruire qualcosa, di accrescervi e osservaste che c'è vita fuori di voi, che c'è un mondo che vive fuori dai vostri pensieri, dai vostri raggiungimenti, che continua anche senza di voi e il vostro contributo, ridimensionereste i vostri pensieri e provereste un grande rilassamento. Correte tutti con i paraocchi, tutti presi dal vostro desiderio di diventare qualcuno, di ottenere, di crescere e non vi accorgete che di fianco a voi c'è un altro che sta correndo ed è preso da queste cose come voi che non conosce nulla dei vostri obiettivi, dei vostri piani per essere migliori, per salvare il mondo e a cui non interessa nulla di ciò.
Correte poi per conformarvi ad un'immagine, ad un modello che non avete nemmeno scelto voi ma la società; il desiderio di realizzare questo modello vi è stato instillato dalla società.
Correte e vi affannate nel vostro gioco chiamato società... La società, la società... la vostra società è tutta programmata, tutto è già programmato dalle leggi, calcolato, tutto è delegato a qualcuno che decide per voi; il percorso scolastico, il lavoro sono programmati da leggi, le vostre aziende, le vostre famiglie, i vostri comportamenti sono programmati da leggi, che siano giuridiche o sociali. Voi non fate altro che seguire le mosse indicate dal regolamento, non fate altro che seguire il programma. Come vi siete ridotti... Chiusi nelle vostre metropoli, chiusi, appartati ed inscatolati nei vostri appartamenti, chiusi nel vostro ego; avete rinunciato alla libertà, a correre sui prati fra noi alberi per la vostra misera sicurezza; eppure ricordo che fino a poco fa i vostri nonni, i vostri avi correvano ancora fra i prati a piedi nudi, ricordo che si sedevano sotto di me a cantare, a suonare... Ma poi, hanno cominciato ad andarsene, hanno cominciato a costruire palazzi, strade... Tutto era pieno di gru, il cemento veniva buttato su ogni cosa. Tutto era regolato, calcolato... Voi uomini rinunciate facilmente alla libertà ed alla gioia per la sicurezza, per quelle che vengono considerate le questioni serie: l'economia, il lavoro, una buona posizione sociale... Ma non il contrario: è difficile che rinunciate alla sicurezza e alle altre cose che ho detto per la libertà.
UOMO eh alberello mio, tu sei troppo idealista... Cosa dovrei fare io? Dovrei lasciare tutto e tornare a vivere nella natura, ora che ormai tutti se ne sono andati da essa? Dai, la fai troppo facile...
ALBERO non ti sto chiedendo questo, semplicemente ti consiglio di prendere più comodamente e meno seriamente le cose per cui ti affacendi tanto, le cose che consideri importanti come il lavoro, la tua carriera e di affacendarti di più per le cose che consideri secondarie, come le relazioni, gli altri esseri viventi, la natura...
Come diceva un cinese " soltanto coloro che prendono comodamente quello per cui si affaccenda la gente del mondo, possono affaccendarsi per quello che la gente del mondo prende comodamente"
Ti consiglio poi di mollare il controllo, di allentare un po' quella tensione e quel bisogno per cui devi sempre impegnarti per cercare di diventare qualcuno, di ottenere qualcosa; la felicità non è in qualcosa che puoi raggiungere con i tuoi sforzi, la felicità è già in te se tu la lasci esprimere, la gioia è già in te; fai come me che non mi preoccupo, non controllo il cielo per dirgli quando piovere per darmi acqua, non controllo il sole per dirgli quando mi deve dare luce, eppure essi mi soddisfano; non decido io quando riprodurmi e dove condurre il mio seme, lascio che il vento lo faccia per me, mi affido ad esso ed ogni anno dei miei figli miracolosamente nascono sulla terra; mi affido, lascio che le cose siano. Così anche tu molla il controllo, affidati...  

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