IL RE DI STATEN ISLAND: RECENSIONE FILM

06.06.2022
Il re di Staten Island . Tipico film moralista americano riuscito bene. Il ragazzo, un qualsiasi giovane 25enne non riesce a trovare il suo posto nel mondo. Passa le giornate sballandosi con erba guardando film e cartoni o in compagnia dei suoi 3 amici sfigati...tutti ganja smoker. Il ragazzo viene da una famiglia senza padre, morto in un incendio, e non riesce a trovare ne il suo lavoro, ne la voglia di studiare. Il film riesce a fare riflettere sulla condizioni che qualsiasi giovane si trova a vivere al giorno d'oggi - il tempo del nichilismo e della malinconia.Il ragazzo guarda il mondo come se gli fosse Wittgenstein. Questo sguardo è reso chiaramente dalla metafora di suo padre. Gli viene presentato da sua madre come uomo perfetto, eroe valoroso, per il quale il ragazzo nutre una sorta di ammirazione e devozione che gli getta ombra addosso e lo fa sentire inadeguato e non alla sua altezza. Così come per il padre il ragazzo nutre questo senso di estraneità ed alienazione anche verso tutto il mondo, che viene percepito come estraneo e "perfetto".Il film si risolverà con una maturazione del ragazzo, che inizia capendo che suo padre era tutto fuorché perfetto ( cocainomane, ma la madre ha preferito tralasciarglielo) e con lo scoprire l'umanità e l'intimità delle altre persone, tramite un esperienza alla caserma dei pompieri. Insomma il senso del film è che è normale sentirsi estraneo e che maturare vuol dire in qualche modo conformarsi al sistema, alla vita la fuori. Chiunque all esterno sembra in riga e perfetto ma dentro porta gli strascichi di una sofferenza ed alienazione intima.Il mondo è cosí. Nel "neoliberismo" non sembra esserci posto per l'utopia, la rivoluzione. Troppo male sono andate quelle passate e troppi sono i vizi e le comodità che abbiamo raggiunto. Forse che la pandemia prima ed ora la guerra riescano a riportare, come suggerisce Baricco, di nuovo in auge l'utopia e dunque a dare un altra strada ai ragazzi che non sia lo spegnersi ed appiattirsi (magari con erba o psicofarmaci) al mondo contemporaneo?
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