IL NUOVO MONDO #1
oggi vorrei proporvi un nuovo diario pubblico:
Il nuovo mondo.
Questo diario ha lo scopo di raccontare alcune delle mie esperienze ed i passi che sto facendo per "cercare di contribuire positivamente al mondo".
Il primo pilastro di questo "cercare" è sicuramente la comprensione profonda di sé stessi e del mondo in cui si abita. Comprensione necessaria per trovare la propria strada che inevitabilmente, nella luce del proprio esserci autentico, non può che essere positiva.
Dunque senza divagare oggi porto il viaggio alla ricerca di una casa naturale ovvero: la ricerca di un modo autentico di stare nel mondo.
L'autarchia alimentare, l'autoproduzione, il lavoro della terra, il contatto con l'ambiente, la vita naturale antica sono sicuramente punti fermi di tutti coloro che compiono un profondo studio sul mondo e su se stessi. Non notare la violenza, l'ipocrisia, la ferocia del mondo moderno è oggi impossibile.
Viviamo in città grigie, inquinate; in ambienti completamente urbanizzati in cui la natura è relegata a giardinetto, campo, latifondo...gli unici alberi sono quelli che delimitano un campo da un'altro.
Gli unici costumi consentiti e vivi sono quelli del nostro occidente; ogni altro popolo che vuole resistere è distrutto, relegato ai margini della storia: a suon di espropri di terreno, libero mercato e istruzione occidentale.
Viviamo in vite giá scritte, in step di crescita ben definito, in ego precostituiti, cucitici addosso in base ai condizionamenti a cui veniamo esposti dalla nostra nascita: dai genitori e dall'ambiente in cui nasciamo.
I nostri margini di manovra, libertà son ben pressati da tutta questa matassa.
Che fare?
Alla luce di tutte queste riflessioni, colui che vi scrive voleva provare a vivere autenticamente il mondo, calarsi nella natura e fronteggiare i suoi demoni ( specialmente la paura degli insetti).
È da tempo immemore infatti che sul mio telefono ho pagine apere di siti immobiliari per ricercare antiche cascine, capanni e terreni non troppo lontani dal palazzo di cristallo e cemento di Milano.
Dopo anni l'occasione sembrava arrivata. Un buon prezzo, un buon terreno , un bel luogo dove provare a praticare la coltivazione naturale elementare ed il non metodo Cappello...ma poi complice il destino è tutto sfumato in un secondo.
Il figlio del proprietario ,un uomo anziano e canuto che non aveva piu le forze per coltivare ,curare il terreno, è saltato fuori all'ultimo dal suo lussuoso ma umido e crepuscolare monolocale londinese a bloccare tutta la trattativa. A detta sua quel terreno era proprietà "per diritto divino" della sua dinastia e "meglio lasciarlo marcire che darlo a dei ragazzi giovani e volenterosi che se ne sarebbero presi cura". Si noti che non ci aveva mai messo piede.
E cosí ora, quel terreno giace ancora morto ed abbandonato ai limitare della civiltà, il figliol prodigo non ci ha messo mai piede ma il diritto divino e sacro della proprietà privata senza scopo sociale ma dannosa per la società e l'ambiente è stato mantenuto.
Deo gratia.
Soggetti che vivono altrove ma con il diritto civile bloccano e mutano il quieto e naturale diritto naturale a vivere delle genti locali.