Elogio della terra - Byung chul Han. Recuperare le radici con l'ecosistema.
20.10.2022
Elogio della terra
L'autore dell'elogio alla terra lo conosciamo bene. Eppure questo libro è molto diverso dai suoi soliti libri, anche se con essi nutre un sottile legame.
Qui non troviamo critiche esplicite al nostro modello di civiltà perché questo libro si muove all esterno della civiltà. Byung parla del suo mondo fuori quello della società. Infatti l'autore ci racconta di come ha acquistato un giardino a Berlino e di come qui si sia messo in contatto con la natura e quindi, usando un suo modo di dire, con Dio.
Dentro Berlino, dentro ad una megalopoli, dentro ad una delle città più importanti al mondo, dentro il caos delle non cose e delle loro informazioni, dentro alla nevrosi di massa e alla coazione a produrre vi è un piccolo luogo idilliaco in cui vi si può ancora trovare la pace.
Questo luogo per Byung è metafisico, al di là della fisica. È quasi magico. Sperimentando i cicli delle stagioni e la fatica del freddo (sensazioni da cui la città ci "protegge") Byung persegue l'obiettivo di fare fiorire il suo giardino anche d'inverno. Il suo è un giardino invernale. Perché laddove regna il buio ed il freddo lui vuole istaurare un flebile accenno di vita e felicità. Perché i fiori invernali sono i fiori più delicati e belli.
Fragili e fugaci.
Il libro a tratti sembra quasi un manuale di botanica o meglio, il diario di un botanico. I capitoli prendono i nomi dei fiori, che per l'autore sono bellissimi e verso metà dell' opera infatti, il testo si trasforma in un vero proprio diario dal giardino.
Un "informazione" interessante per il gossip di noi italiani è sapere che Byung ha una casetta sulle pendici del Vesuvio in cui si ritira nel periodo estivo ed ama il vino "lacrima cristi". Beh era una chicca per noi ossessionati dal chul han.
Insomma, il contatto con la terra anche in questa esperienza del nostro autore di punta, sembra riuscire a dare un senso religioso alla vita, sembra un modo per affacciarsi sull assoluto e mettersi in armonia con il tutto. Sperimentare la brevità della vita dei fiori, la loro bellezza, i loro odori è un balsamo per l'anima ed un dissuasore dell' ego.
D'altronde solo pochi riescono a fare esperienza della verità, di un qualcosa di vero, al di la del paraocchi della mente, mentre gli altri, come diceva Kerouac, vagano a testa in giù nel vuoto.