Anna e lo Svizzero

07.09.2022

Il Borotto con questa opera fa un omaggio alla sua compagna, Anna. L'amore, la stima, l'affetto che uniscono Anna e lo Svizzero non sono mostrati da alcun gesto, da alcuna particolare movenza rumorosa e vistosa; essi sono rivelati dalla semplice, silenziosa vicinanza. Una vicinanza di anime. Il loro amore non ha bisogno di essere mostrato, non ha bisogno di essere rimarcato. Anna e lo Svizzero sanno ciò che li unisce: non hanno bisogno di dimostrarselo. Questa vicinanza viene rappresentata con grande profondità e delicatezza dal Borotto.I due non hanno nessuna maschera, nessun orpello, nessun vestimento; vi è semplicemente il loro essere, sincero. Fra i due vi è un silenzio che unisce più delle parole. Essi appaiono come due compagni di vita.
Anna si configura anche come musa ispiratrice e come donna-angelo per l'artista; tra i due si instaura un amore cortese: l'artista, perso nella mente, va in cerca di significati, di verità... Verità che ritrova in Anna, nella sua purezza, nella sua ingenuità e allo stesso tempo elevazione da cui traspare il divino. Non è un caso che Anna sia raffigurata più in alto rispetto all'artista. La femminilità di Anna traspare dalle linee curve e morbide con le quali l'artista la rappresentata e dal candore della pelle.
Da questa opera emerge l'umanità del Borotto, la sua capacità di guardare nel profondo delle persone, oltre le maschere, di osservarne le intime sofferenze, ferite, l'intima ricerca di amore.

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