lo sguardo che vede il diverso

02.04.2022

Voglio condividere con voi una breve riflessione. Questa riflessione riguarda lo sguardo che abbiamo sulle cose. Voglio parlarvi di uno sguardo nuovo sulle cose, uno sguardo che si sta diffondendo; uno sguardo che vede il diverso, l'alternativo, il nuovo.

Durante la nostra vita vediamo molte situazioni, circostanze, istituzioni fatte e costruite in un certo modo e spesso le diamo per scontate; le diamo per immutabili, assodate, non riusciamo a vederne l'origine o la fine. Ma possiamo avere uno sguardo diverso sulle cose, uno sguardo che veda le cose e capisca che esse non devono per forza essere così, che magari non sono sempre state così e che magari non saranno sempre così. Uno sguardo che capisca che le situazioni, le istituzioni, i modi di vivere che vediamo sul pianeta sono spesso frutto di idee, di pensieri, di concezioni del mondo che possono mutare, che possiamo mutare. Uno sguardo che veda alcune situazioni, che magari non gli piacciono ma che ha sempre dato per scontato, per immutabili, sulle quali non ha mai riflettuto, e dica " queste cose potrebbero essere diverse, potrebbero essere meglio". Uno sguardo che veda le situazioni da fuori, senza identificarsi in esse e si accorga di come esse siano il frutto spesso di nostre azioni, concetti, pregiudizi, condizionamenti che magari non conosciamo; e si accorga di come modificando quelle azioni, quei concetti, quei pregiudizi, quei condizionamenti noi potremmo cambiare quelle situazioni. Uno sguardo che torni a sognare, a immaginare come potrebbe essere meglio, uno sguardo che decostruisca le cose, che in qualche modo le distrugga per ricostruirle in modo diverso, migliore o forse per lasciare il mondo senza alcuna costruzione rigida, per lasciare il mondo libero. Immaginiamo ad esempio una ragazza che si trova alla fermata dell'autobus; vede le persone nervose, con gli occhi piatti, veloci, voraci, che aspettano impazientemente che arrivi il bus, vede le persone che guardano nervosamente i social sul telefono, sente un'aria di piattezza nervosa. Spesso noi saremmo portati a dare per scontata che la situazione sia in questo modo, non ci penseremmo nemmeno, perché in fondo è normale che le persone si comportino così... invece quella ragazza osserva quella situazione e si domanda" ma perché deve essere così? Perché ci deve essere questo clima di nervoso, perché ci deve essere questa diffidenza fra le persone qui alla fermata... adesso potremmo parlare, potremmo conoscerci, oppure potremmo semplicemente guardarci benevolmente, o potremmo rilassarci e invece tutte le persone sono nervose, non parlano e vi è diffidenza". Questo è un semplice esempio dello sguardo che vede il diverso. Pensiamo ad un altro esempio: uno studente che osserva l'edificio rigido e austero della sua scuola, le finestre piccole e impilate, irregimentate, le aule spoglie e dice" ma perché deve essere così? Perché noi studenti dobbiamo passare ore in questo edificio brutto, grigio, lontano dalla natura, dall'aria, dalla luce, dai fiori, dagli alberi; perché dobbiamo passare ore seduti ad ascoltare annoiati le lezioni poco interessanti di professori svogliati, poco entusiasti, poco felici, poco curiosi, che non sono felici di stare con noi, che non condividono nulla con noi, che non si interessano di noi; perché dobbiamo passare anni in questo edificio, perché gli intervalli sono così brevi e non abbiamo il tempo di conoscerci? In fondo non deve per forza essere così, la scuola non è immutabile, è un'istituzione nata nell'800 influenzata da un determinato periodo storico. Può essere diverso: noi, ragazzi, potremmo passare la nostra infanzia, la nostra adolescenza e giovinezza stando più fra noi; come sarebbe bello se potessimo andare fra la natura, giocare, osservare le bellezze naturali, come sarebbe bello poter correre di più, poterci conoscere meglio; e poi, sarebbe bello se potessimo decidere di più, se non fossimo obbligati a seguire i programmi ministeriali e le lezioni dei prof, ma potremmo organizzarci noi, potremmo parlare di ciò che ci interessa, di ciò che ci riguarda, delle nostre emozioni, dei nostri dolori, dei nostri sogni; potrebbero forse esserci degli adulti, ma non devono essere severi, autoritari e pensare di aver sempre ragione, devono stare fra noi, aiutarci a comprendere ciò che proviamo, aiutarci a relazionarci, aiutarci con la loro esperienza, devono essere al nostro fianco, non sopra di noi; e poi, mi piacerebbe non avere l'ansia per le verifiche, le interrogazioni, per lo studio di cose che non mi piacciono, mi piacerebbe che queste cose non ci fossero, mi piacerebbe essere più libero; ebbene, noi studenti dobbiamo impegnarci perché la scuola cambi, dobbiamo cercare di vivere già da ora la scuola che vorremmo..." . In questo esempio il ragazzo non vede l'istituzione scolastica come immutabile, ma sa che ci può essere una scuola diversa, sa che è possibile, che dipende solo dalle idee, dalle concezioni che creano la scuola: se la scuola sarà basata su idee autoritarie, essa sarà un edificio austero, lugubre, il rapporto fra studenti e insegnati sarà autoritario, non vi sarà considerazioni per gli studenti perché considerati inferiori; se sarà basata su idee di libertà, la scuola sarà un luogo aperto, gli studenti saranno al centro.

Ebbene, questo sguardo che vede il diverso, ci aiuta ad uscire dagli schemi, dai condizionamenti individuali e sociali, ci aiuta ad andare verso il mondo che è nel nostro cuore.

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