LA VITA CONTEMPLATIVA - BYUNG CHUL HAN

27.07.2024
Noi moderni non siamo più liberi. Non siamo più in grado di agire, ma reagiamo sempre ugualmente agli stessi stimoli. Questa era una frase di Terzani che mi è sempre stata in mente.

Prima di reagire, sempre allo stesso modo tra l'altro, sarebbe interessante provare a prendersi tempo per "scegliere", per osservarsi prima di agire. Questo è anche uno dei messaggi principali del saggio su Byung Chul Han sulla vita contemplativa.

Nella società moderna, gli uomini vivono immersi in un mondo a "basse frequenze". Sono pieno di stimoli e frequenze che agiscono a livelli talmente reconditi che ci influenzano prima ancora di rendercene conto. Uno di essi è lo smartphone, sono le informazioni che ci colpiscono prima ancora di riuscire a rendercene conto. Sono la morte della contemplazione.

Senza contemplazione è impossibile la libera azione. Reagiamo e basta. Sopravviviamo piuttosto. Una vita in preda alla sopravvivenza non ha libertà. La libertà deriva dall'inazione; dal lusso di potersi annoiare. Ecco che la guerra è un attributo dell'azione. La cultura invece è attributo dell'inazione, della possibilità di annoiarsi; di prendere strade alterne rispetto alla via principale dell'azione.

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