Amo gli addii - storia di una vita in ufficio

20.09.2022
Anche lui e ne è andato
19 settembre.
Domani è l'ultimo giorno di Ivan. A mezzogiorno andrà a riconsegnare la sua dotazione aziendale e non lo rivedrò mai più in vita mia.
Ivan ha quasi 50 anni, grassoccio, con sguardo stanco, capelli corti e neri ed una grande barba scura. Claudicante, panciuto interrompeva i tocchettii dell'orologio con forti colpi di tosse.
Era venuto a lavorare nella mia azienda perché non aveva trovato nulla di meglio: lui che aveva dedicato la sua vita al lavoro del CAF, degli aiuti fiscali. Soventemente io ed un altro agazzo gli chiedevamo qualcosa, qualche consiglio sul mondo del lavoro, sui contratti e sui nostri diritti, e lui, puntualmente, ci rispondeva trasudando una reveranda rispettabilità. Ma nonostante questo il nostro capo ha deciso di licenziarlo; perché era troppo vecchio, per qualche svista in più agli altri e perché l'unico li dentro non laureato.
Oggi Siam andati fuori a fare un aperitivo per dargli un addio. L'ho guardato profondamente nel suo sguardo stanco, quasi assente e intontito dall'alcol. È stato strano. Ci raccontava di come avesse trovato un contratto indeterminato da un commercialista...ma chissà se era vero. Ci diceva che sarebbe stato bene li, e che il posto dove lavoravamo faceva schifo....anche se a lui quelle cose che facevamo piacevano e si vedeva.
Chissà cosa gli riserverà il futuro.
Un lavoratore che si lascia andare, che non fa carriera si consuma nella stanchezza dei giorni di lavoro. Il lavoro non gli dà niente....piano piano gli toglie tutto e lo lascia immobile con lo sguardo assente.
Ci hai salutato comportandoti da signore. Ci hai offerto a tutti e noi 3 l' aperitivo...i pochi che veramente, al di la della falsità, gli stavano vicino.
Hai messo in luce la miseria del nostro capo che vestito sempre con un abito nuovo e costoso non ha avuto la forza, il primo giorno di lavoro di offrire a tutti 8€ di pizza...
Claudicante e stanco ti sei diretto alla metro. Quella vecchia arteria di Milano che conosci bene. E dopo aver preso un pacchetto di sigarette a tua moglie ritorni a casa stanco: con il tuo solito sguardo ad aspettare e sognare quello che si aspetta e sogna: l'indeterminato.
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